La storia della comunità della Parrocchia San Giovanni Crisostomo Milano
Premessa
Quando Giosuè, radunate tutte le tribù di Israele in Sichem, vuole condurle a rinnovare l’alleanza con il Signore, pronuncia un lungo discorso in cui innanzitutto ricorda ciò che Dio ha fatto per loro: dalla chiamata di Abramo, all’epopea dell’Esodo, alla conquista della terra promessa è tutto un susseguirsi di vicende che testimoniano gli interventi attraverso i quali Dio ha condotto un piccolo clan a diventare un “popolo” (cfr. Gs 24,1-13).
Nell’anno in cui la nostra diocesi ha invitato i giovani a rivivere l’esperienza dell’assemblea di Sichem e la nostra parrocchia commemora il decimo anniversario della morte di don Enrico, desideriamo anche noi ripercorrere le tappe più significative della nostra storia: non per sentirci protagonisti e quasi voler affermare dei meriti, ma per accorgerci di come Dio ci ha amato e ha reso possibile il nostro cammino di fede.
Attraverso pazienti ricerche negli archivi parrocchiali, ma anche commossi ricordi personali, abbiamo cercato di scoprire le tracce dell’azione di Dio, della sua presenza silenziosa, dei suoi doni, negli avvenimenti che hanno dato un volto alla nostra comunità, che hanno segnato il ritmo del cammino comune.
E questo nella speranza che la coscienza della smisurata ricchezza che si è riversata su di noi in questi anni ci desti nel cuore una maggiore fiducia e il desiderio di una risposta coraggiosa e di un rinnovato impegno.
C’era una volta….

Se qualcuno, desideroso di conoscere il tessuto urbano su cui poi si sarebbe innestata la comunità cristiana di San Giovanni Crisostomo, si fermasse ad osservare la carta topografica relativa al territorio della nostra parrocchia precedente gli anni cinquanta, scoprirebbe una realtà molto diversa da quella attuale: tra i nuclei storici di Crescenzago, Precotto e Gorla da una parte, Turro, Casoretto e le Rottole dall’altra, egli troverebbe uno spazio quasi vuoto, un’area senza una precisa identità toponomastica, percorsa per tutta la sua lunghezza da un lungo rettilineo, la via Padova, che ne faceva un territorio soprattutto di passaggio, di collegamento fra la città ed i comuni del suburbio nord-orientale.Carta topografica della zona a nord-est di Milano alla fine dell’ottocento
Per la verità un nome questa zona lo aveva, anche se non ufficiale e non riportato sulle carte: si chiamava Mulino per via di un vecchio mulino appunto che, secondo i ricordi dei più anziani, si affacciava su una roggia chiamata Taverna, che ora scorre sotterranea a lato della Via Cavezzali.
Alle spalle delle case, che già dall’inizio del secolo costeggiavano a tratti Via Padova e le strade adiacenti, si estendevano ovunque orti e prati, interrotti solo da alcune piccole fabbriche, dal complesso sportivo di via Cambini e dal deposito del vecchio tram, il glorioso “Gamba de legn”, che aveva assicurato per tanti anni il collegamento tra Crescenzago e la città.
Il territorio era parte della parrocchia di S. Maria Assunta in Turro, almeno fino alla fine degli anni trenta, quando una porzione di esso fu unita alla parrocchia di S. Giuseppe dei Morenti, la cui chiesa era stata costruita proprio in quel periodo.
Intanto però, poco a poco, nuove case e nuovi abitanti cominciavano a prendere il posto di orti e cascine; e così, al centro di quello che si andava configurando come un nuovo quartiere, di fianco al neonato centro civico, si sentì il bisogno di costruire anche una baracca di legno che fungesse da cappella per le liturgie domenicali.
Le officiava don Peppino Proserpio che, pur radunando attorno a sé la gente del quartiere solo per le celebrazioni eucaristiche, cominciava in tal modo a porre le basi della futura comunità parrocchiale.
Si arrivò così agli inizi degli anni sessanta, anni in cui l’espansione della città ed il boom edilizio riempirono molti degli spazi che sulla nostra carta topografica iniziale apparivano vuoti. Sparirono quasi del tutto orti e prati, e il quartiere si animò sempre più per l’arrivo di centinaia di nuove famiglie che vennero ad abitare gli edifici di recente costruzione.
I tempi erano maturi perchè si tentasse di fondere in un’unica comunità cristiana i nuovi arrivati e i vecchi abitanti di alcune porzioni delle parrocchie di S. Maria Assunta, di S. Giuseppe e di S. Maria Bianca in Casoretto: e nacque la parrocchia di S. Giovanni Crisostomo.
(da: San Giovanni Crisostomo – Una chiesa, una comunità – Milano, 8 luglio 1989)